DALLA VEDOVA DEL CARABINIERE UCCISO A BASTONATE, UNA STRAORDINARIA LEZIONE DI VITA


Suo marito, l’Appuntato dei Carabinieri Antonio Santarelli, fu ucciso a bastonate in testa da un giovane fermato alla guida in stato di ebbrezza mentre andava in una discoteca in Maremma. Oggi Claudia Francardi ha perdonato quel ragazzo che ha distrutto la sua vita e fatto piombare nel dolore la sua famiglia, e tenta di dare un senso alla morte di suo marito tentando di recuperare quel ragazzo.

Era il 25 aprile di tre anni fa quando quattro giovani minorenni si resero protagonisti di quello che è ormai conosciuto come il “massacro di Sorano”: fermati da una pattuglia, Matteo Gorelli ed i suoi amici massacrarono di botte i militari. Santarelli rimase in coma per un anno prima di morire, mentre il suo collega, Domenico Marino, perse un occhio. Gorelli venne condannato in primo grado all’ergastolo, pena ridotta a 20 anni in appello. Ma la vedova di Santarelli ha deciso di dare un senso alla morte di suo marito e, dimostrando grande spirito cristiano, ha voluto dare un’altra possibilità al giovane assassino, fondando un’associazione insieme alla madre del ragazzo.

“Basta il semplice racconto di questa storia – commenta Franco Maccari, Segretario Generale del COISP – il Sindacato Indipendente di Polizia – per comprendere la nobiltà d’animo, la generosità, l’enorme spessore morale di una famiglia ‘in divisa’. Perché la scelta di servire il proprio Paese indossando una divisa è una scelta che necessariamente coinvolge l’intera famiglia, che condivide l’orgoglio e la passione, il sacrificio e le difficoltà, ma soprattutto la pulizia morale, la rettitudine, il senso della solidarietà verso la propria comunità e ancora di più verso chi è più debole o chi sbaglia, senza lasciare spazio al rancore o alla vendetta. Una straordinaria lezione di vita giunge dalla vedova Santarelli, negli stessi giorni in cui una piccola folla carica d’odio e di pregiudizi sfila in corteo per chiedere di distruggere definitivamente le famiglie di alcuni Agenti che, in un cammino di professionalità e dedizione al dovere, hanno purtroppo commesso degli errori dolorosi, per i quali hanno già pagato, senza sconti, il prezzo alla Giustizia”.

Coisp

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