Il Coisp scrive al Capo della Polizia


Nuova segnalazione del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, che torna a rivolgersi al Capo del Dipartimento di Pubblica Sicurezza, Alessandro Pansa, denunciando questa volta problematiche connesse all’acquisto del vestiario destinato agli Operatori della Sicurezza ed una specifica situazione che ha destato gravi perplessità richiedendo, a detta del Sindacato, “urgenti e doverose verifiche” in merito all’appalto per la fornitura dei capi d’abbigliamento in questione. Continuano gli acquisti “allegri” di abbigliamento non idoneo, è l’oggetto della missiva con la quale Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, ha voluto rappresentare i dubbi al Capo della Polizia, iniziando con il ricordare l’innovativo progetto stilato oltre tre anni fa, “….una soluzione studiata insieme ai Poliziotti per le esigenze dei Poliziotti: pantaloni con termo fodera asportabile ed una giacca a vento esterna leggera – da indossarsi tutto l’anno alle diverse latitudini e temperature del Paese – componibile con un giubbino termico interno indossabile dal personale in funzione delle singole esigenze e percezione del calore”.

Un progetto che avrebbe consentito di avere una dotazione versatile ed efficiente, che ben si adattava alle diverse esigenze dei Poliziotti impegnati nelle diverse zone del Paese e con le più varie condizioni climatiche, e che non a caso fu lodato ampiamente dall’allora Capo della Polizia, Antonio Manganelli, incassando inoltre ottimi risultati dalla sperimentazione effettuata in varie regioni d’Italia. Seguì, infine, l’ok della Commissione Paritetica per la qualità e la funzionalità del vestiario, e di conseguenza, fu predisposto un capitolato che tenesse conto dei risultati raccolti con la sperimentazione, e fu pubblicata la relativa gara d’appalto. A quel punto, però, un’azienda italiana avrebbe asserito che il progetto si basava sull’utilizzo di un prodotto “esclusivo”, e cioè non riproducibile, della “Goretex”, nonostante che in realtà il prodotto sia ampiamente diffuso sul mercato. Ma tant’è.

L’Amministrazione ha accolto l’eccezione (non è chiaro se sia stato verificato o meno se quell’azienda italiana avesse mai investito nella tecnologia in questione e dunque se fosse o meno in grado di fornire il prodotto di cui si discute), ed ha “aperto” la gara a soluzioni diverse da quella cui si era giunti faticosamente dopo la lunga sperimentazione (che ha comportato la spesa di denaro pubblico), così oltre tutto “di fatto esautorando completamente – ha scritto Maccari – il potere della Commissione Paritetica per la qualità e la funzionalità del vestiario)”. “Ma il fatto di avere capi di vestiario che non abbiamo scelto e che la nostra Commissione non ha approvato è il meno peggio” aggiunge Maccari. Infatti, qualcuno ha sollevato “…..dubbi sulla legittimità e correttezza della procedura relativa alla fornitura in argomento – evidenzia il Segretario del Coisp a Pansa -. Oggetto di una segnalazione all’Autorità per la Vigilanza sui contratti Pubblici di Lavori, Servizi e Forniture, così come anche gli Uffici Tecnici ed Amministrativi della Pubblica Sicurezza, sono i rapporti di prova presentati in gara dall’azienda vincitrice e la loro incongruità/contraddittorietà tra taluni risultati di prova con altri contenuti nei medesimi rapporti. Sarebbero state rilevate, difatti, talune ‘anomalie grafiche’ del documento recante i rapporti intestati all’azienda che si era aggiudicata la gara …. e tali “anomalie” venivano confermate dal Laboratorio del ‘Centro Tessile Cotoniero e Abbigliamento S.p.A.’ il quale avrebbe affermato che taluni dati presenti nei rapporti di prova non corrispondono a quanto dichiarato dall’azienda che si era aggiudicata la gara”.

A questo punto, “da un lato sembra ci sia un’indagine per falso in atto pubblico in corso e dall’altro c’è il percorso di gara vinto dall’azienda che avrebbe rilasciato dichiarazioni false”.

“Quest’ultimo – spiega Maccari – non è stato fermato, perché qualcuno al Dipartimento della P.S. asserisce che senza un atto ufficiale del Tribunale che attesti che è stato posto in essere un falso, la gara deve continuare”.

“E di più – insiste Maccari -. Durante la fase di collaudo, che sempre si fa prima di confermare l’acquisto dei capi, la relativa Commissione ha rifiutato la fornitura perché ha riscontrato valori differenti da quelli confermati dai certificati in fase di gara. Nonostante questo, l’Amministrazione ha confermato l’acquisto con uno sconto irrisorio. La gara è stata aggiudicata all’azienda in questione, perché è stato deciso che fino a che l’indagine non si è conclusa, non è possibile avere certezza della colpevolezza dell’azienda stessa. Ora, senza nulla voler dire in merito a quest’ultimo aspetto che è di sola ed unica competenza dell’Autorità preposta, non sarebbe stato quanto meno opportuno evitare un’aggiudicazione che, volente o nolente, riguarda la fornitura di capi che la Commissione Paritetica non ha scelto, e che non sono stati sperimentati (e dunque accettati dai Poliziotti)?”. “Inutile dire – conclude Maccari – che, come al solito, dell’interesse dei Poliziotti che quegli scomodi panni devono vestirli, non frega nulla a nessuno. Ma, vista la cosa nella nostra prospettiva, non sembra che interessi molto nemmeno dei soldi degli italiani”.

Coisp

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