Da Donatello a Guido Reni. Baratti seduce Firenze


Donatello, Gregorio di Lorenzo, Vincenzo Danti, il Filarete, Guido Reni, Francesco Guardi e altri. Tutti maestri del Rinascimento – e oltre – che il pubblico può “incontrare” e ammirare dal 5 al 13 ottobre (dalle 10 del mattino alle 20.30) al Westing Excelsior di Piazza Ognissanti, a Firenze. Un evento espositivo temporaneo unico nel suo genere, una vera primizia per chi sa cogliere l’attimo e lasciarsi sedurre dalla potenza espressiva dei beni storico-artistici di innegabile fascino, ma pressoché sconosciuti al grande pubblico.

È infatti nel prestigioso hotel che si affaccia sull’Arno che l’antiquario fiorentino Giorgio Baratti ha deciso di organizzare Sculture del Rinascimento – Dipinti di antichi maestri – Arti decorative, una delle mostre d’arte più interessanti degli ultimi anni per varietà e ricchezza di contenuti.

Per cinque giorni una selezionatissima scelta di dipinti e di sculture (in marmo, pietra, terracotta, bronzo, legno, in larga parte inedite, ma studiate a fondo) farà sognare a occhi aperti gli amanti dell’arte, diventando oggetto dei desideri di quanti ambiscono alle eccellenze dell’espressione artistica italiana e internazionale. Si tratta di quasi 50 opere di gran pregio, testimonianza di varietà di manufatti e di tecniche come se ne vedono di rado in una sola mostra temporanea.

Il visitatore che passa in rassegna la trentina di dipinti presenti nella sala del Westin Excelsior si trova di fronte a dipinti che vanno dal XIV al XVIII secolo. Tra questi può ammirare uno splendido fondo oro di Arrigo di Niccolò, del 1390 circa, raffigurante la Madonna con Bambino e Santi. Di rara bellezza appare, per esempio, Apollo e Marsia, meraviglioso dipinto di Guido Reni, che farebbe la gioia di qualsiasi museo con ambizioni internazionali, così come la Veduta di Venezia di Francesco Guardi, pittore veneto del XVIII secolo. E non passa inosservato il grande Paesaggio con assalto di briganti (4,50 mt di larghezza), attribuito da Benno Geiger a Alessandro Magnasco, che proviene dalla straordinaria Villa di Mombello di Inversago, in Lombardia, già appartenuta a Pio Falcò di Savoia e poi a Sveva Colonna.

Tra gli altri dipinti presenti in mostra, si trovano opere del caravaggesco Battistello Caracciolo e di Mattia Preti, di Van Dyck e di Vignali, fino al bellissimo arazzo franco-fiammingo, che ha per soggetto la Crocifissione e proviene da una serie delle Storie di Maria eseguite per la Cattedrale di Bayeux nel 1498-99 da un cartone del Maestro della

Caccia all’Unicorno, probabilmente Jean D’Ypres, documentato a Parigi nel periodo 1490-1508.

Tra le sculture si segnala una Coppia di Putti che sorreggono festoni di Donatello (e bottega), databile tra il 1420 e il 1430, che rappresenta una testimonianza della “fortuna dell’antico” nella scultura del Quattrocento.

Di rara suggestione è anche il bassorilievo in marmo bianco di Gregorio di Lorenzo raffigurante la Madonna con Bambino che un uccellino e due cherubini, opera eccezionale dell’allievo prediletto di Desiderio da Settignano.

Molto interessante appare anche una coppia di busti in terracotta ritraenti il Duca di Milano Francesco Sforza, realizzate dal Filarete, realizzata intorno al 1460, testimonianza del rapporto tra antichità e contemporaneo.

Interprete dell’eredità di Michelangelo, lo scultore perugino Vincenzo Danti è presente nella mostra di Giorgio Baratti con una scultura in terracotta di sicuro appeal. L’esperto Giancarlo Gentilini non esclude che la figura – Apostolo seduto (?) – possa essere il modello per una delle statue che, secondo il volere di Cosimo I de’ Medici, era destinata a completare la Sagrestia Nuova di San Lorenzo, a Firenze, lasciata incompiuta proprio da Michelangelo.

Di uno Scultore ignoto (attivo a Ferrara nel XVI secolo) appaiono invece i due bronzi con i Ritratti di imperatori romani, originali delle copie che si trovavano nel maestoso portale di palazzo Castelli- Prosperi-Sacrati della stessa città estense; si tratta di opere di grande importanza nel contesto degli apparati decorativi italiani.

La mostra “Sculture del Rinascimento – Dipinti di antichi maestri – Arti decorative” di Firenze rappresenta un insieme di “opportunità che ci porteranno ulteriori scambi culturali – afferma l’antiquario Giorgio Baratti -, aprendoci nuovi orizzonti di mondi per la maggior parte a noi ignoti e altrettanto potremo anche noi far conoscere finalmente in un orizzonte più ampio le eccellenze assolute, non solo artistiche, delle quali la nostra straordinaria terra non è seconda a nessuna”.

La mostra, arricchita dall’elegante catalogo curato dal professor Giancarlo Gentilini e edito da Polistampa, si avvale del prezioso contributo di Maurizio Fracassi (per il progetto di allestimento espositivo) e di Paola Barachetti (per le scelte estetiche).

 

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