Collettivo pro no Tav minaccia le Forze dell’Ordine


“Gli incidenti in Val Di Susa non cesseranno, sono solo destinati ad aumentare e ad aggravarsi. Finchè si continuerà a non prendere una posizione chiara e decisa contro chi ricorre alla violenza, ma anzi addirittura a osannare più o meno velatamente chi viola le leggi ed attenta alla vita delle Forze dell’Ordine, non ci sarà pace in questa Italia in cui indossare la divisa è ormai una scelta al limite della follia. In Val Di Susa continueremo a contare i feriti fra i nostri, e presto ci scapperà il morto, perché la situazione si sta affrontando con il solito ipocrita sistema di affermare tutto ed il contrario di tutto, perché le Istituzioni non sono compatte e decise verso certi atteggiamenti delinquenziali ma anzi nel loro atteggiamento di finta commiserazione e doppiezza creano danni enormi, perché l’opportunismo politico impone di non reagire con la dovuta decisione, fregandosene però se a rischiare la pelle sono gli Appartenenti alle Forze dell’Ordine. La violenza non cesserà, è solo destinata ad aumentare, sulla scia di quel che hanno insegnato a tutti fatti gravissimi come furono proprio quelli del G8 di Genova di cui abbiamo appena vissuto l’anniversario. La prova? La sfrontatezza allarmante di quelli che dovrebbero essere semplici studenti e, sia pur convinti delle proprie idee, parlare da tali, e che invece rivolgono minacce gravissime alle Forze dell’Ordine senza battere ciglio”.

Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia commenta così lo “strascico” seguito agli ultimi gravi scontri avvenuti in Val Di Susa dove, sabato, si sono contati i soliti numerosi feriti: ben quindici fra le Forze dell’Ordine. Di ieri, poi, il messaggio su Facebook di un Collettivo di studenti torinesi pro no Tav che hanno scritto, riferendosi proprio ai Tutori della Sicurezza: “Pagherete caro, pagherete tutto!”. I membri del Collettivo chiedono la scarcerazione dei sette attivisti No Tav fermati da Polizia e Carabinieri durante gli scontri della notte fra sabato e domenica al cantiere di Chiomonte (Torino).

“Ecco – aggiunge Maccari – quello che siamo stati capaci di insegnare ai nostri figli: minacciare, abbozzare la guerriglia urbana, appoggiare chi viola le leggi, sentenziare chi debba essere arrestato e chi no, possibilmente aggredire le Forze dell’Ordine alla prima manifestazione utile, nella speranza di procurarsi così molto onore… abbastanza da ricevere un monumento. Ecco cosa gli abbiamo insegnato e continuiamo a insegnargli, proprio come è stato fatto a Genova sabato, dove non un solo Rappresentante Istituzionale ha trovato il coraggio, l’onestà e la voglia di prendere posizione di fronte al tributo alla memoria di un giovane coinvolto nell’aggressione ad un militare ancor più giovane di lui che stava per essere ammazzato”.

“In Val Di Susa – conclude il Segretario del Coisp – la situazione è complessa e molto pericolosa. Ai soliti neo-terroristi più o meno camuffati, si mescolano esaltati di vario genere e giovani sprovveduti che hanno perso ormai ogni cautela legata al minimo senso civico che imporrebbe di non violare la legge. Lo abbiamo già visto succedere. Le Forze dell’Ordine si troveranno di fronte a nuovi e ripetuti attacchi vari e di vario genere, senza sapere esattamente a quale specie gli aggressori apparterranno. Se e quando accadrà la tragedia non sappiamo ancora chi potrà restarne vittima, ma di due cose siamo più che certi: che poi inizierà il solito inutile, insopportabile, ipocrita circo di commenti e giudizi di cui nessuno sente il bisogno, e che se ad avere la peggio sarà un Appartenente alle Forze dell’Ordine, i suoi familiari non potranno contare su alcun monumento, o marcia, o corteo appoggiato più o meno pubblicamente e ufficialmente da Politici e Istituzioni”.

Coisp

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