Aldrovandi, la Procura della Corte dei conti contesta ai poliziotti un danno patrimoniale


“Pretendere che gli Appartenenti alla Polizia di Stato paghino di tasca propria nel caso in cui si verifichi una vicenda che li vede coinvolti per mera colpa è qualcosa di talmente forte e pretenzioso che fa davvero subito pensare al puro accanimento. Senza contare che la inevitabile e conseguente domanda è: ma quale Poliziotto oserà mai più fare anche la più ovvia delle attività che gli competono ma che lo mettono in una situazione di rischio come ad esempio un inseguimento in auto? Ogni mattina ci svegliamo e ascoltiamo notizie che vanno in un unico senso, far sì che nessuno trovi più la voglia e la forza di indossare la divisa!”.

E’ un Franco Maccari, sempre più indignato che nella sua qualità di Segretario Generale del Coisp, esprime la posizione del Sindacato Indipendente di Polizia in merito alla notizia che la Procura Regionale dell’Emilia Romagna della Corte dei Conti contesta ai quattro Poliziotti condannati per eccesso colposo a seguito del decesso del giovane Federico Aldrovandi, avvenuto nel 2005 a Ferrara, un’ipotesi di danno patrimoniale, a causa del risarcimento che il Ministero dell’Interno ha dovuto pagare ai familiari della vittima. Secondo quanto riportato dagli organi d’informazione, la cifra ammonterebbe a circa 2 milioni di euro. Al termine dell’istruttoria, se la Procura riterrà che ne ricorrano i presupposti, i quattro Poliziotti – che attualmente stanno finendo di scontare i sei mesi di condanna quale residuo di pena inflitta loro per omicidio colposo – potranno essere citati a giudizio di fronte alla Corte dei Conti.

“Appena alcuni giorni fa – ricorda Maccari – dei Poliziotti sono stati quasi obbligati a pagare di tasca propria per le cure che hanno ricevuto al pronto soccorso dopo essere stati feriti in servizio da parte di alcuni scalmanati. Tempo addietro la Corte dei Conti ha chiesto ad un collega indietro i soldi dello stipendio pagatogli mentre era in malattia dopo essersi ferito mentre puliva l’arma di ordinanza. Oggi sentiamo che si vorrebbe far sborsare ai colleghi i soldi pagati come risarcimento per una drammatica vicenda che non hanno voluto, ma che si è verificata mentre erano in servizio come, purtroppo, ne accadono anche delle altre. Domani cosa dovremo sentire, che quando a un gruppo di investigatori viene ordinato di buttare giù la porta del presunto nascondiglio di un latitante poi dovranno ricomprarla con il proprio misero stipendio? Pare proprio incredibile che gli Appartenenti alle Forze dell’Ordine siano ridotti in questo stato, ma è una triste, sconcertante verità. Vorremmo proprio che qualcuno ci smentisse, dimostrandoci che non siamo i soli e gli unici a essere presi di continuo a calci, ma è impossibile, perché mentirebbe e non avrebbe gli strumenti per essere credibile”.

“Vorremmo che chi ha titolo per parlare spiegasse a chiare note – insiste il Segretario del Coisp – perché gli Appartenenti alle Forze dell’Ordine sono i soli e gli unici in Italia a cui non è concesso neppure sbagliare. Perché sono gli unici da cui si pretende la vita senza garantire loro un trattamento quantomeno dignitoso. Perché il malcapitato che incappa nell’errore deve pagare tutte le frustrazioni ed i rancori e l’odio che alcuni covano contro le Forze dell’Ordine? Abbiamo manager in Italia che hanno mandato in rovina imperi economici a danno di centinaia e migliaia di persone, e che per tutta risposta vengono liquidati con cifre milionarie per poter allegramente riprendere a far danni altrove. Abbiamo professionisti di ogni categoria che commettono gli abusi, le truffe ma anche solo gli errori più clamorosi senza che per questo rispondano seriamente in alcuna sede. Ed è davvero superfluo parlare della categoria dei politici che commettono le più atroci nefandezze senza rimetterci neppure un capello. Ma con quale vero spirito di giustizia si può pensare di pretendere anche il pagamento di somme impossibili per qualsiasi comune cittadino – tranne alcuni che divengono privilegiati per i più vari motivi – da quattro poliziotti che sono pure stati giudicati dall’Autorità, ma ritenuti responsabili solo per mera colpa? Questi quattro colleghi sono stati calpestati in ogni modo, si è superato contro di loro ogni limite di umana pietà, sono stati crocifissi da campagne abilmente condotte per distruggergli la vita, hanno subito sconvolgimenti personali, familiari, economici, professionali, sono stati giudicati in sede penale e disciplinare, sono stati messi in pericolo venendo esposti in più modi ai propositi di vendetta dei pazzi di turno, sono stati mandati in carcere anche se la legge stabilisce che non avrebbero dovuto entrarci… Evidentemente la belva sanguinaria che si chiama vendetta non ne ha avuto abbastanza”.

“Si può continuare pure a far finta di nulla – conclude Maccari – mentre si infierisce senza ritegno contro gli Operatori della Sicurezza. Ma se chi si è assunto un qualsiasi ruolo ha anche solo un briciolo di senso di responsabilità deve chiedersi dove porterà tutto questo? A quale genere di predisposizione degli Appartenenti al Comparto? A quale genere di servizio per i cittadini?”.

COISP

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