Dopo i Macchiaioli a Parigi arriveranno gli Impressionisti a Firenze


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Si è aperta lo scorso 10 aprile all’Orangerie di Parigi, e sta riscuotendo un ottimo successo di pubblico (oltre 2600 visitatori di media al giorno), l’importante mostra dedicata al tema “Les macchiaioli, des impressionistes italiens?”.
Fino al 22 luglio sono esposti, tra gli altri, 20 capolavori dei maggiori protagonisti del movimento toscano, oltre a un prezioso manoscritto – lo Zibaldone di Telemaco Signorini -, provenienti dalle collezioni della Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti.

Dall’esposizione emerge con evidenza l’importanza del prestito fiorentino, considerato che la Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti è l’istituzione che possiede la più importante raccolta di opere del movimento macchiaiolo.
Successivamente l’evento espositivo sarà ospitato presso la Fondazione Mapfre a Madrid, dal 20 settembre 2013 al 5 gennaio 20l4.
Nel segno della reciprocità tra istituzioni, la Galleria fiorentina ha concordato con il Museo d’Orsay il prestito di 12 capolavori del periodo impressionista, che verranno esposti presso il Salone da Ballo del Quartiere d’Inverno di Palazzo Pitti dal 23 settembre 2013 al 5 gennaio 2014.

Secondo la Soprintendente per il Polo Museale Fiorentino, Cristina Acidini, con questa mostra “Si potrà così offrire ai visitatori della Galleria d’arte moderna, temporaneamente privati di alcuni dipinti dei Macchiaioli, una significativa rassegna di capolavori dell’Ottocento francese più o meno legati all’Impressionismo, che non rappresenta un semplice prestito, bensì il punto d’arrivo di un lavoro comune”.

La presentazione di queste 12 opere francesi, tra le quali due dipinti di Edgar Degas (uno dei quali è la famosa tela Répétition d’un ballet sur la scène del 1874), due di Claude Monet, due di Paul Cézanne, due di Pierre-Auguste Renoir, due di Camille Pissarro, un Henri Fantin-Latour ed un’opera di Paul Guigou potrebbe suggerire ulteriori strade di ricerca tese a mettere in luce i punti di più stretto contatto tra le due culture (francese e toscana) e costituire un punto di riferimento essenziale soprattutto per alcune esperienze del nostro novecento.

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