Da Manet a Tápies, da Caro a Bellotti: antico e contemporaneo sul filo della ricerca


C’è una linea comune, un filo continuo nella programmazione proposta ed è quella della ricerca, della progettualità nel campo storico-artistico-culturale e dei linguaggi della creatività. Così anche le mostre di forte attrattiva o dedicate ad autori-icona come Manet sono state pensate e costruite cercando un taglio inedito, una linea di studio nuova che offra contribuiti alla conoscenza e alla riflessione.

“Manet. Ritorno a Venezia” è la straordinaria esposizione ideata dalla Fondazione Musei Civici di Venezia con la collaborazione speciale del Musée d’Orsay di Parigi, coprodotta con il Sole 24Ore Cultura – commissari Guy Cogeval e Gabriella Belli, curatore Stéphane Guégan, progetto allestitivo di Daniela Ferretti – per indagare l’anima italiana della pittura di Édouard Manet che con audacia sonda le istanze contemporanee e apre la strada all’Impressionismo.

I colori, la modernità, lo spirito del grande pittore francese saranno riletti attraverso vere e proprie icone della sua produzione alla luce dell’influenza che su di lui esercitarono l’arte italiana della Rinascenza e in particolare la pittura veneta, da cui Manet si lasciò suggestionare nei due viaggi che lo portarono in laguna, nel 1853 e nel 1874. 70 capolavori dell’artista provenienti da numerosi musei internazionali e una decina d’importanti dipinti italiani saranno esposti dal 24 aprile al 18 agosto nel luogo simbolo di Venezia, Palazzo Ducale, insieme a inedite e curiose testimonianze della presenza di Manet in città. Mai la pittura dell’autore dell’Olympia, che eccezionalmente lascia la Francia per la prima volta, è stata presentata in maniera così significativa e nuova in Italia.

Nell’anno della Biennale Internazionale d’Arte, dunque, una mostra-evento e un’alternativa di grande livello, in una Venezia che sarà tutta concentrata sui linguaggi del contemporaneo. La Fondazione non ha tuttavia voluto sottrarsi a un forte impegno anche nella contemporaneità, fondamentale per la valorizzazione del patrimonio civico e coerente con la storia culturale della città. Grandi mostre e singolari percorsi espositivi coinvolgeranno, a partire da maggio/giugno, le diverse sedi museali della città innescando audaci contaminazioni che si preannunciano di forte suggestione.

Dopo la parentesi dei festeggiamenti per l’8 marzo, Festa della Donna, con le creazioni della stilista spagnola Agatha Ruiz de la Prada, testimonial d’eccezione (nell’ambito del progetto promosso dall’Assessorato alla Cittadinanza delle donne e alle Attività culturali del Comune di Venezia), sarà di scena al Museo Correr (1 giugno/24 ottobre), con il patrocinio del British Council, la prima retrospettiva italiana dedicata a uno dei massimi scultori viventi, Sir “Anthony Caro”, figura cardine nello sviluppo dell’arte plastica del XX secolo: un omaggio promosso in collaborazione con la Fondazione Anthony Caro – commissari Nicholas Serota e Gabriella Belli – al quasi novantenne artista britannico che, con i suoi rivoluzionari assemblaggi, è internazionalmente considerato emblema del nuovo e della modernità in scultura.

A Palazzo Fortuny sarà la mostra “Tàpies. Lo sguardo dell’artista” (1 giugno/ 24 novembre), a condurci invece nel caleidoscopico mondo del geniale maestro catalano, interprete dell’informale internazionale, a un anno dalla sua scomparsa.

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