Caso Aldrovandi, prevedere la presenza di medici accanto alle Forze dell’Ordine


“E’ necessario e doveroso prevedere in maniera certa e definitiva che ogni qualvolta sia necessario intervenire nei confronti di soggetti che siano in uno stato psico-fisico alterato, sia presente personale medico accanto alle Forze dell’Ordine. Non è possibile per gli Operatori della Sicurezza, prevedere i tanti problemi che possono sorgere quando ci si trova di fronte a persone le cui condizioni richiedono una prognosi di competenza altrui. Ciascuno deve fare il proprio lavoro. I Poliziotti hanno procedure da seguire per fermare qualcuno che rappresenta un pericolo per se stesso e per gli altri, cosa che accade molto spesso soprattutto al personale delle Volanti che quasi quotidianamente ha a che fare con ubriachi, drogati, malati e quant’altro. Si tratta di interventi che normalmente richiedono l’uso della forza, poiché questi soggetti sono di solito scalmanati e a dir poco recalcitranti, e la cosa non di rado ha conseguenze su questi ultimi e sugli stessi Operatori. Che uno o più medici siano presenti è indispensabile”.

Lo afferma Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, dopo le recenti discussioni seguite all’epilogo della vicenda giudiziaria nata dal decesso del giovane 18enne Federico Aldrovandi morto nel 2005 a Ferrara durante un intervento di polizia, per il quale quattro Poliziotti sono stati condannati per eccesso colposo. Per tre di loro, Paolo Forlani, Monica Segatto e Luca Pollastri, il Tribunale di sorveglianza di Bologna ha respinto le istanze di accesso a pene alternative decidendo che debbano scontare in carcere i sei mesi di pena residua che restano a ciascuno (rinviata la decisione per il quarto agente).

Nel corso del processo, la difesa dei Poliziotti aveva chiesto, senza ottenerlo, l’espletamento di una perizia tossicologica, a sostegno della tesi in base alla quale gli Agenti sono dovuti intervenire per fermare il giovane che stava dando in escandescenza tanto da danneggiare due volanti e inveire contro di loro, ma nelle carte processuali il ragazzo è stato comunque definito un drogofilo.

Anche in riferimento a questa vicenda, il Coisp di Ferrara era intervenuto, già a novembre, chiedendo che la direttiva regionale già attuata con un apposito regolamento in altre province dell’Emilia-Romagna, e che appunto prevede l’intervento di personale medico in casi come quello in esame, divenisse una previsione stabile da seguire anche nel territorio di Ferrara. Ciò in base alla considerazione che i casi del genere non rappresentano solo problematiche di ordine pubblico, ma anche sanitarie. Una questione che, come informa il Segretario Generale Provinciale del Coisp di Ferrara, Fabio Toscano, è adesso all’attenzione del Comitato Ordine e Sicurezza, chiamato a dare seguito alla proposta che ha visto intervenire di comune accordo l’espressione del Sindacato e quella del Dipartimento.

“Questa vicenda drammatica, e per quanto riguarda le conseguenze per i colleghi assolutamente unica – aggiunge Maccari -, è solo l’ennesima conferma della delicatezza delle situazioni che i poliziotti si trovano continuamente a dover affrontare, e di cui la maggior parte delle persone non ha la benché minima idea. E, anche se siamo certi che, nonostante tutto, nessuno di loro cesserà di svolgere puntualmente il proprio dovere, cedendo alla tentazione di girarsi dall’altra parte di fronte a circostanze simili a quelle che hanno visto alcuni finire alla gogna, additati ingiustamente e troppo sommariamente come bestiali torturatori, è di fondamentale importanza – conclude il Segretario del Coisp – che si creino le migliori condizioni perché tutti possano continuare a svolgere il proprio lavoro senza le ansie abnormi che, oramai, pervadono inesorabilmente l’animo della maggior parte degli Operatori in divisa”.

Coisp

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