Duro colpo ai Casalesi: arrestato in un night-club Carmine Schiavone, figlio di “Sandokan”


Carmine Schiavone, il terzogenito del boss Francesco detto Sandokan, capo del clan dei Casalesi, è stato arrestato con un provvedimento di fermo emesso dai P.M. della Dda di Napoli.

Lo Schiavone gestiva addirittura affari con gli USA ed Al Qaeda: guadagni sui video-poker, sui fitti delle abitazioni della base di Gricignano di Aversa, dati agli americani, fino a patti con i terroristi Islamici.

Infatti divenuto il capo del clan dei Casalesi, dopo la scomparsa di Antonio Bardellino, componenti di cellule terroristiche avrebbero avuto rifugi sicuri nell’agro aversano.

Il collaboratore di giustizia, ex affiliato ai Casalesi, Roberto Vargas ha dichiarato:

“Schiavone mi disse di aver incontrato questi terroristi e mi disse che sarei dovuto essere io il contatto diretto con queste persone, mentre lui si sarebbe trasferito a Modena, per sviare le indagini nei suoi confronti. Poi sono stato arrestato e quindi non se ne e’ fatto piu’ nulla”.

Il profilo del figlio del boss Sandokan, viene tracciato dal Vargas: “Carmine ha preso il posto del fratello maggiore Nicola quale capo del clan dei Casalesi. Non so se Carmine abbia le capacità per portare in atto attentati contro il pool di magistrati del Dda“, dice anche: “Ricordo che in mia presenza, Nicola Schiavone, il primogenito di Sandokan, diceva moltissime parolacce contro il giudice Cafiero de Raho, colpevole di aver rovinato il padre. Queste esternazioni avvenivano davanti a quasi tutti gli affiliati del clan e anche davanti al fratello Carmine”.

E’ il Vargas a raccontare, poi, che il clan Schiavone gestiva gli affitti delle abitazioni dei soldati americani a Casal di Principe:

“In effetti il Carmine insieme al suocero, detto “o lupo” gestiva in regime di monopolio gli affitti delle case ai soldati e ai dipendenti della Base NATO di Gricignano di Aversa, in tutta Casal di Principe, dal 2005 in poi fino al mio arresto, chi voleva affittare una casa a Casale agli americani della Nato doveva passare per forza attraverso di loro, non so quale fosse il contatto con gli americani”.

Quando Roberto Vargas è stato arrestato nel 2010, Carmine Schiavone ha minacciato la moglie di questi. “Disse a mia moglie che io avrei dovuto fare il bravo, altrimenti si “sarebbero presi collera”, questa circostanza mia moglie oltre a riferirla a me nel corso di un colloquio, l’ha riferita anche a personale della Questura di Caserta. In un’altra occasione si presentò Maurizio Capasso a nome di Carmine Schiavone e di Mario Iavarazzo e con toni minacciosi si rivolse a mia moglie, dicendo che si sapeva in giro che io stavo collaborando e le fece capire che potevo andare incontro a brutte conseguenze”. (Fonte AGI)

Autore: Elena Simonetti

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