Roma, aggressione contro la Polizia


“Come se ci fosse un timer che non sgarra mai, a Roma l’ennesima gravissima aggressione alle Forze dell’Ordine si è conclusa con i Poliziotti che hanno avuto la peggio, due Volanti completamente distrutte, lo Stato ancora una volta umiliato e sbeffeggiato, in questo caso da decine di rom che hanno dimostrato con i fatti l’esistenza di zone franche dove comanda chi fa la voce più grossa.

Luoghi dove, tuttavia, noi dobbiamo continuare a intervenire, a nostro rischio e pericolo, con un clima sempre più infuocato da persone ormai convinte di poter fare di noi carne da macello, ben consci che non abbiamo i mezzi adeguati per salvarci la pelle, che quelli che abbiamo non li possiamo usare, e che a chi ci minaccia e ci aggredisce non capiterà mai nulla di serio: magari neppure un giorno di galera e nemmeno altro che possa interessargli di più. E intanto? Intanto chi ci amministra resta a guardare aspettando che ammazzino qualcuno e con i discorsi di cordoglio da pronunciare a funerali pubblici già scritti nel cassetto…. E quando proprio non possiamo fare a meno di usare l’arma di ordinanza, magari perché stanno ammazzando di botte il nostro collega a terra sanguinante, proprio come è avvenuto a Padova, cosa succede? Succede che ci contestano di aver voluto usare le manette! Incredibile, alla vergogna non c’è limite”.
Ennesimo intervento di Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, dopo una lunga sequela di gravi episodi di violenza inarrestabile contro le Forze dell’Ordine verificatisi in tutta Italia negli ultimi giorni.
L’ultimo in ordine di tempo ieri a Roma quando agenti della Polizia di Stato, intervenuti per una segnalazione che riferiva di una rissa all’interno del campo nomadi in via Candoni che avrebbe visto coinvolte 50 persone armate di pistole e coltelli, sono stati investiti da una violenta sassaiola e lancio di bottiglie, poi degenerati nella solita guerriglia, durante la quale due volanti sono state completamente distrutte.
Nelle stesse ore da Padova, a seguito della drammatica vicenda che ha coinvolto due carabinieri intervenuti su segnalazione della famiglia di Mauro Guerra che stava dando in escandescenze e che alla fine è morto dopo che un militare ha sparato con l’arma di ordinanza mentre l’uomo stava massacrando di botte il collega – finito in ospedale con fratture al cranio e al corpo -, sono giunti i dubbi sollevati dai legali della famiglia Guerra che chiedono verifiche sull’operato dei carabinieri intervenuti, affermando fra l’altro: “Stupisce che si sia arrivati ad ammanettare Mauro Guerra dopo un lungo inseguimento tra i campi. Le manette sono consentite soltanto in flagranza, quando si sorprende qualcuno mentre sta commettendo un reato”.
“Dire che leggiamo basiti dichiarazioni di questo tipo è poco – commenta Maccari -. Appaiono quasi frasi al limite dello sfottò… Parliamo di uno che dopo essersi opposto ai controlli scappa, e poi si accanisce contro un pubblico ufficiale fino a spaccargli il cranio e svariate costole e lo percuote con  un oggetto contundente, e la sola cosa che viene in mente a certe persone è: ma come mai avete voluto usare le manette? Stentiamo a credere che quanto riportato dalla stampa siano davvero parole uscite dalla bocca di un professionista della legge…”.
“Per il resto – conclude Maccari -, non possiamo che ribadire per la milionesima volta che andare in servizio sprovvisti dei mezzi e dei protocolli minimi per salvaguardare la nostra salute e anche la nostra vita personale e professionale non è più possibile. Non comprendiamo il gravissimo silenzio che si registra in occasione di fatti così gravi come quelli avvenuti in questi giorni, non comprendiamo la mancanza di sostegno e di tutela ai colleghi, non comprendiamo il menefreghismo con cui ancora veniamo mandati in strada a queste condizioni. Ma i politici e nostri Vertici hanno idea di cosa c’è li fuori? Hanno idea di quanto rischiamo senza strumenti idonei a fronteggiare certe situazioni con gente che crede di poterci ammazzare impunemente? Una rissa tra 50 persone come dovremmo sedarla? Con le belle parole, con la forza d’animo che ci mette l’operatore di Polizia? Intanto continuiamo a registrare feriti e danni e, purtroppo, montagne di soldi necessarie a difendere colleghi inermi e innocenti dai guai. Mentre stanno facendo a pezzi il lavoro più bello del mondo che una volta ogni bambino sognava di fare, ma che adesso continuano a fare solo i cretini”.

Coisp

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