Al dono di nozze di Lucio d’Alessandro il riconoscimento speciale del Presidente al Premio Letterario Internazionale Viareggio


“Un libro intelligente, colto e complesso, a più livelli di lettura, che ci restituisce in una vicenda apparentemente frivola tra re, regine, principi, dame e scanzonati artisti, il volto anche tragico di un’Italia in bilico fra belle époque e modernità”. È questa la motivazione con cui “Il dono di nozze”, il romanzo epistolare di Lucio d’Alessandro, Rettore dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e vicepresidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, ha vinto il Premio speciale del Presidente per la narrativa al Premio Letterario Internazionale Viareggio Rèpaci.

Un premio, deciso da Simona Costa, presidente di una prestigiosa giuria, composta, tra gli altri da Maria Pia Ammirati, Luciano Canfora, Federico Ronconi e Giorgio Pressburger, che è la grande novità dell’87esima edizione di uno dei premi letterari più prestigiosi e più antichi del Paese, fondato nel 1929 da Leonida Rèpaci. La cerimonia di premiazione si svolgerà sabato 27 agosto a partire dalle 21 nella Cittadella del Carnevale di Viareggio e sarà l’occasione per svelare i nomi dei vincitori di tutti gli altri attesissimi premi: i premi letterari delle sezioni Narrativa, Poesia e Saggistica, i sei riconoscimenti “Giuria Viareggio” agli autori, i premi “Viareggio – Versilia Internazionale” e “Viareggio alla Carriera”.

Napoletano, classe 1951, Lucio d’Alessandro, non nuovo ad apprezzate imprese letterarie (pluripremiato il suo primo romanzo “Il medico dei vicoli”), inizia la sua lunga e prestigiosa carriera accademica all’Istituto Italiano per gli Studi Storici fondato da Benedetto Croce e all’Istituto di Filosofia del diritto della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Federico II di Napoli, dove, a trent’anni non ancora compiuti diviene professore associato di sociologia giuridica. Nel 1988 s’insedia, come professore ordinario, sulla cattedra di sociologia del diritto dell’Università degli Studi del Molise, dove, in breve tempo, diviene prima Preside della Facoltà di Scienze Economiche e Sociali e successivamente, a soli 39 anni, Rettore dal 1990 al 1995 (risultando a tutt’oggi il professore universitario più giovane ad aver ricoperto il ruolo di Rettore di un ateneo italiano).

 

Dalla Scuola di Cinema e Televisione al primo corso di laurea italiano in Green economy: le ‘creazioni’ accademiche di Lucio d’Alessandro

 

La carriera accademica di Lucio d’Alessandro è interamente segnata da un legame speciale con l’Università Suor Orsola Benincasa, di cui è Rettore dal 2011. Siede in seno al Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo dal 1980, nel 1995 è stato il primo Preside della neonata Facoltà di Scienze della Formazione che ha preso il posto dello storico Magistero. Al Suor Orsola Lucio d’Alessandro ha fondato il corso di laurea in scienze della comunicazione, il corso di laurea in scienze e tecniche di psicologia cognitiva e il corso di laurea magistrale in imprenditoria e creatività per cinema, teatro e televisione. Ha fondato la prima Scuola di Giornalismo del Mezzogiorno peninsulare, la Scuola di Cinema e Televisione e il primo Master in Italia specificamente dedicato alla Promozione, valorizzazione e riutilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Proprio quest’anno ha ideato e lanciato il primo corso di laurea italiano in Economia Aziendale specificamente dedicato alla green economy, che partirà ad ottobre e tiene aperte le iscrizioni al test d’ingresso fino al 26 settembre.

Il dono di nozze e la vocazione da romanziere di Lucio d’Alessandro

 

La storia romanzata del matrimonio di Vittorio Emanuele II, figlio dell’allora re d’Italia Umberto I e della regina Margherita, con Elena, figlia del re del Montenegro. È questo il fulcro narrativo del ‘romanzo epistolare involontario’ sui Reali d’Italia scritto nel 1896 da Gabriele D’Annunzio e altri personaggi d’alto affare. A trasformarlo in un romanzo per Mondadori Electa ci ha pensato Lucio d’Alessandro, Rettore dell’Università Suor Orsola Benincasa con il “vizio” della narrativa come aveva già dimostrato il successo del suo primo romanzo “ Il medico dei vicoli”, già vincitore di due prestigiosi premi letterari: il Premio Falerno Primo Romanzo e il Premio Albori – Costa d’Amalfi.

Nel suo nuovo romanzo scritto con una suggestiva forma epistolare, d’Alessandro alterna verità e finzione intorno ai preparativi per confezionare il dono di nozze per la principessa Elena da parte di tutte le dame di corte e di tutti i cavalieri della regina (una tela del pittore Michetti con sulla cornice un distico del poeta D’Annunzio) e raccoglie lo spunto narrativo per dare luogo ad una avvincente ricostruzione storica e di costume dell’ambiente di corte di quegli anni.

La storia del misterioso quadro scomparso

Autunno 1896: l’Italia attraversa una difficile crisi politica aggravata dalla disfatta militare in Africa; eppure le dame di corte di Sua Maestà la regina sono in fermento per un’altra faccenda: individuare un regalo adatto a onorare le nozze di Vittorio Emanuele principe di Napoli con Elena di Montenegro, principessa delle meraviglie, prescelta secondo una precisa strategia di equilibri europei, non meno che per la fama di bella donna dal sangue vigoroso e sano. Del compito s’incarica Adelaide del Balzo Pignatelli principessa di Strongoli, distintasi tra le dame di Margherita per intelligenza e cultura; ella, avvalendosi dei consigli e della mediazione di uno stimato collezionista e ceramologo napoletano, Giovanni Tesorone, concepisce un ambizioso quanto temerario progetto: far dipingere a uno dei più grandi artisti nazionali, Francesco Paolo Michetti, una tela di fine e ricercata fattura, nella quale sia immortalato il paesaggio montenegrino; impreziosire poi il quadro con una finissima cornice artistica, ideata da uno tra i primi decoratori italiani, Augusto Burchi; arricchirlo infine con un bel nastro recante incisa una strofa poetica cantata da Gabriele D’Annunzio.

Il complicato accordo tra gli straordinari attori dell’impresa, gli intrighi e gli ostacoli che si svilupparono intorno alla sua ideazione ed esecuzione sono narrati, tra imprevisti e colpi di scena, attraverso l’impiego diretto di documenti inediti conservati nell’archivio storico dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, ritessuti nella trama narrativa per mezzo di invenzioni descrittive, risonanze lessicali, costrutti dialogici sottratti alla splendida prosa dannunziana. Alla fine il quadro ci fu! Ce ne sono le foto. Ma dov’è adesso?

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