11 poliziotti feriti in scontri con tifoseria straniera


Sin dall’arrivo ieri della tifoseria polacca del Legia Varsavia si è compreso che la situazione dell’Ordine Pubblico cittadino ne sarebbe stata compromessa ed, infatti, sin dal primo pomeriggio di ieri e per tutta la durata della serata e nottata una squadra del Reparto Mobile di Napoli, unitamente a Carabinieri e territoriale, si è trovata ad affrontare una situazione che, paradossalmente, ha avuto la sintomatologia di una vera e propria premeditata guerriglia urbana, sfociata nello scontro inatteso fra tifosi polacchi e tifosi napoletani e con il ferimento di 11 poliziotti .
“Ci appare alquanto assurdo che – dichiara Giulio Catuogno, Segretario Generale Provinciale del sindacato indipendente Co.I.S.P. – conosciuta la stoffa e l’indole di certe tifoserie, sia stato consentito l’arrivo di questi energumeni in città per assistere ad una partita che, era notorio, avrebbe potuto avere degli strascichi di violenza. Ma ci appare ancora più paradossale l’eccessiva differenza fra gli uomini delle Forze dell’Ordine impiegate e la quantità di tifosi con cui gli stessi si sono trovati a confrontarsi.”
“Gli stessi media – continua Catuogno – hanno avuto modi di poter constatare, durante la conferenza stampa, il materiale sequestrato e quindi quanto lo stesso poteva essere offensivo e lesivo e quanto ha leso a quegli uomini che, solo grazie alla professionalità conseguita negli anni, sono riusciti a riportare solo ferite guaribili in circa 10 giorni”.
“I valorosi uomini che sono stati impiegati a fronteggiare la guerriglia di cui parliamo – asserisce ancora Catuogno – unica squadra del Reparto Mobile di Napoli ad affrontarla sono arrivati agli scontri di Piazza Garibaldi dopo aver già frenato gli impulsi distruttivi che un altro gruppo di tifosi polacchi aveva attuato presso l’aeroporto di Capodichino e presso l’albergo che li ospitava sito nello stesso luogo ma, nonostante tutto, sono riusciti a procedere ad arresti, fermi e sequestro”.
“Ed è a questa notizia che abbiamo strabuzzato gli occhi – riprende accigliato Catuogno – poiché ci appare inconcepibile il non aver ravvisato pericolo, da gestire con più uomini e mezzi, nell’arrivo di una tifoseria da sempre considerata a rischio in ogni ambito europeo e altrettanto sconsiderato il non aver evitato in maniera preventiva il tutto vietandone l’arrivo sul territorio e negando, pertanto, loro la trasferta”.
“Siamo convinti sempre più – chiude Catuogno – che concedere sempre ogni autorizzazione non sia sinonimo di buona gestione perché, come accade nelle migliori famiglie, dire un no quando si ritiene di non dover concedere aiuta la famiglia a vivere più tranquilla e, in questo caso, avrebbe evitato agli 11 colleghi, di tornare a casa con ferite e lesioni”.

Coisp

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